Quant'è banale Anna di Ammaniti

Titolo così. Lapidario a tratti, grezzamente palindromico e perversamente universale. Storia così. Nell'anno 2020, Anna, che è una stronzetta algida e problematica di tredici anni, e Astor, il suo fratellino complessato di otto, vagano spauriti e un po' annoiati in una Sicilia devastata da un virus che ha ucciso tutti gli adulti e lasciato in vita solo i ragazzini. Niccolò Ammaniti si confronta con il fantasy ecologico e la distopia avventurosa, figlia bastarda dell'intellettualismo di William Golding e nuovo trend culturale degli accelerazionisti di sinistra e non. L'autore ci prova. Ma male. Cerca di nuovo di forzare il fiacco e prevedibile modello della sceneggiatura nello spazio narrativo del romanzo e, manco a dirlo, si prende un sacco di applausi. Bravo Ammaniti! Che incanto la tua Anna!


Sapete che roba è? Anna è un testo che si butta sul grottesco e sul minimalismo infantile (non in termini di focalizzazione o di prospettiva estetica, come era successo con Io non ho paura) senza preoccuparsi di raccontare un cazzo. Letteratura per onanisti col senso di colpa. Anna è un'eroina da manga giapponese calata in una storia che vorrebbe sembrare assurda, ma che non ha niente di realmente immaginifico. Una giovane coraggiosa che sconfigge il male senza scontrarsi con alcun nemico e nessuna situazione critica particolare. C'è l'apocalissi, giusto? La Terra è finita. E Anna che fa? Cammina e continua a vivere. La sua arma è il quaderno delle Cose Importanti, donatole dalla madre prima di morire. Roba da Libro Kuore.

Non è un romanzo di formazione, perché i protagonisti evitano e disperdono la forma, intesa come categoria aristotelica di evoluzione. Non è un horror, perché il grottesco è solo scenico e non sostanziale. La scrittura è povera, inutilmente e goffamente metaforica...

"Immaginò il proprio cuore che si copriva di fango come un alveare difeso da vespe giganti".

C'è il sesso, oh cazzo, e c'è la violenza, uh che gusto, ma senza sfondo esistenziale, senza tridimensionalità psicologica. Si legge sperando che capiti davvero qualcosa di mostruoso. Ma nulla. Tutto rimane così com'è. Una fantasia ingenua. Sembra la versione italiana di Conan ragazzo del futuro. Non compratelo, guardatevi il cartone su YouTube.

Commenti

Posta un commento