Andrés Neuman, Frattura




Andrés Neuman è un modesto scrittore, fatto di bolanite, rodolfowolshite e borgesite. Un esibizionista di novecentismi, col vizio della poesia e del racconto brevissimo. Argentino trapiantato a Madrid. Olè. Un tessitore di intrighi opachi, con il senso del tutto che appare, oh che meraviglia, solo alla fine, quando ti allontani dall'opera e noti l'incanto della trama riverberata nell'ordito, lo speciale che irrompe dal quotidiano, la grande storia riconsiderata a partire e per finire dalle piccole storie, le tante piccolissime ragioni particolari e screziate che si fanno tessere di un mosaico sintetico. La ricomposizione di un disastro. Ogni crepa che acquista un senso. La grande metafora di un'antica, affascinante e inutile arte giapponese, il kintsugi: il riparare gli oggetti scassati con l'oro. Un bel tuffo nella facile retorica, nel poderosamente drammatico, nell'ovvio. L'ovvio complicato in superficie e un po' poetico e nebuloso che piace un sacco ai lettori colti italiani. Infatti, sono sicuro, Neuman diventerà assai tradotto da queste parti.

In Frattura c'è uno che ha avuto quattro femmine. E queste quattro femmine lo raccontano. Indirettamente, com'è è ovvio che sia in uno scrittore del genere. Uno che fraintende la letteratura con lo stratagemma e l'ingegneria. Ma, dicevamo, le quattro femmine (una sta a Parigi, una a New York, una in Argentina, una in Spagna) ci raccontano indirettamente di Yoshie, militare giapponese, brav'uomo, premuroso, precisino, un po' irrequieto in vecchiaia, sfortunato, sopraffatto dalla storia (Hiroshima, Pearl Harbor, Fukushima e altre cose scontate che si associano ai giapponesi).

Nauman usa la limpidezza del linguaggio ma si sforza per non compiere mai una pagina estrinsecamente chiara: vuole essere stilisticamente stratificato e intelligente, ma è sostanzialmente facilissimo: quel facile odioso, perché troppo serio e pretenzioso, anche nei momenti ironici e leggeri. L'effetto finale è quello di un romanzone totalmente insipido. Un rosa macchiato dal bruno luttuoso e dal viola che soddisfa i lettori politicamente impegnati.

Quando si parla di fratture e di giapponesi, uno spera sempre in qualche scena di karate estrema. E invece no. Zero arti marziali, miei cari.

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