Altrimenti che Diego Fusaro

Vorrei scrivere anch'io qualcosa di male su Diego Fusaro. Lo fanno tutti e pare divertente. Purtroppo non ho mai letto neppure un rigo dei suoi scritti. Quando parla in televisione cambio canale. Quando fa polemica sui social, mi pare che si accodi sempre a questioni vecchie, risolte e prevedibili giocando provocatoriamente a ribaltare un punto di vista assodato (per esempio: gli alternativi sono conformisti; gli antifascisti sono fascisti; i nazionalisti sono i veri progressisti; lo sfruttamento non è dei capitalisti...). Mi pare usi con poca eleganza e criterio uno stile argomentativo fatto di avverbi e participi presenti hegeliani, che incolli parole e verbi come un cattivo lettore di Levinas e che si sbilanci su concetti heideggeriani senza troppo rispetto per la fonte e la teoretica del riferimento. Dice cose che piacciono alla destra. Ma scrive libri su Gramsci, Marx, il lavoro, l'alienazione e il pensiero alternativo. Insiste sul post-ideologismo: come piace ai grillini. Fa politica parlando malissimo della politica. Forse vuol fare politica, forse no. E anche se non ne ha voglia, l'attività gli riesce bene. Criticando sempre e comunque la politica. Si lagna del presente. E sorride. Contento di chi è e di dove è arrivato. Professore non so dove. Con un sacco di pubblicazioni. Con un sacco di lavoro. E un sacco di contatti. Più ne parlano male, più Fusaro acquista credito presso gli antagonisti del "sistema". Sistema intellettuale, politico, sociale e morale. Sistema accademico.

E queste sono critiche? Sto parlando male di Fusaro? No. Non sto dicendo nulla di sostanziale. Non ho elementi. Nulla lo condanna. Dice cose scontate? Dice cose superficiali? Non mi pare. Perché è scontato anche l'argomento contrario, cioè quello difeso da chi ha in odio gli argomenti di Fusaro. E perché sono superficiali anche le pretese di valore rispetto all'inerenza e alla profondità di certi ragionamenti rispetto ad altri in base a una sfumatura di opportunismo politico.

Vorrei scrivere anch'io qualcosa di male su Fusaro. Ma cosa? Fusaro fa quello che fanno tutti gli altri. Ci prova. Alla fine, è un vincente. Ha fatto i soldi. E magari i suoi saggi sono lavori consapevoli e strutturati. Chi li ha letti veramente? Magari gioca. Magari ne ha bisogno. Magari ci crede davvero. E comunque è arrivato lì dove milioni di altri aspiranti filosofi, commentatori, opinionisti, politologi e tuttologi non si sognerebbero neanche. Discute con Vattimo. Viene celebrato e coccolato da Feltrinelli. Ha un futuro assicurato, dove vuole. In università. In parlamento. In tv. Si è proposto a un pubblico solitamente sordo al linguaggio filosofico e critico. E ha conquistato una posizione di autorità e prestigio.

Diego Fusaro. Non lo conosco e lo evito. Ma non posso parlarne male. Perché ce ne sono tanti peggio di lui, meno coraggiosi, intraprendenti e pervasivi, che parlano male di ciò che fa e ciò che dice solo per risentimento, per invidia o intolleranza. Perché Fusaro non dovrebbe esprimersi come fa? Perché non dovrebbe avere pubblico? Evidentemente si merita tutto il successo che ha ottenuto. Si è impegnato. C'ha creduto. Ha trovato il pertugio giusto. E si è infilato. Vi ha fottuto. 

Commenti

  1. "avverbi e participi presenti hegeliani...". Confermo: c'è del genio in questo blog.

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