Basta con il velomeritatismo



La faccenda del "ve lo meritate": una stronzata. Inferire e infierire sono due processi necessari al fine della conservazione dell'essere umano, eppure è sommamente scorretto intendere che certe manifestazioni degradanti della realtà debbano essere interpretate come giuste punizioni per individui che hanno passivamente accettato, distrattamente apprezzato o stupidamente seguito altre situazioni ad esse collegate. Certe volte non c'è scelta: le situazioni ti sono imposte dall'alto o ti capitano in mezzo ai piedi. La vittima che non si ribella al male subìto non è complice del crimine sofferto. Mica ci si può ribellare a tutto! Con le sciocchezze si fa altrimenti. Si guarda e si passa. E se questi sciocchi mali sono libri, li si sfoglia e si passa. Al libro successivo. Senza colpa, senza complicità, senza meritarsi la pena.

Dunque no, non ci siamo mai meritati tutto il male propinato dall'intrattenimento culturale italiano, anche se non abbiamo fatto nulla per arginarne l'assurdità e l'infezione. Non ci siamo meritati tutte le pagine inutilisime e bruttissime di Paolo Giordano, De Giovanni, Piperno, Genovesi, Magris, Lagioia, Carofiglio, Mavaldi, Simonetta Coso Horby e Di Pietrantonio. Non ci meritavamo neppure Le otto montagne, il matriarcato ferrantiano con tutti i nuovi romanzi sentimentali ambientati nella periferia napoletana, il ritorno in auge del thriller e la merdosa moda del memoir. Non ci meritavamo #CasaLettori, #VivaLaLettura, #GrammarNazi, le influencer dei libri, i cappuccini e le foto dei bestseller, Donato Carrisi con la ragazza nella nebbia, quell'altro con la ragazza del treno, la nonfiction reiterante di Saviano, tutto il post-savianismo e il contro-savianismo, le storie d'amore da seconda liceo di Alessandro D'Avenia (e non era centomila volta meglio Moccia?), la più amata della Ciabatti, le storie della buonanotte per bambini ribelli, Zerocalcare, i saggi pseudo-accelerazionisti di minimum fax, tutta il vomito distopico trattenuto nella gola dei nuovi Dick, Gramellini, gli ospiti di Fazio, il neopateticuccio delle storielle di lutto e malattia, la schiavitù morale da Stile Libero, la letteratura da Chi l'ha visto? perché si porta Chi l'ha visto?, Elizabeth Strout, le centoventi riviste alt-neo-pop, l'instagramming disonesto, il calcio grande metafora di vita, i racconti di Mario Fortunato, Il vizio di leggere sul telegionale di RAI1, il neo-femminismo machista, i vecchi che parlano di notte di Kent Haruf, i romanzi sui giochi di ruolo che si credono trattati logici filosofici, quel tizio che non si lava e che vive in montagna e che dice che odia la televisione ma che sta sempre in televisione, il Candore di Desiati, le frociate di Busi, le banalità Mughini e le provocazioni reazionarie di Cruciani e i nazivegani, le autopsie e gli amori della Gazzola, la vecchiaia morale del giovane e inseritissimo Paolo Di Paolo, gli Editori no a pagamento che si fanno un vanto del loro essere no a pagamento, il graphicnovelfuturismo, La ferocia in America, il falso nuovo interesse per i racconti, il falso nueve in serie A, la riscoperta una vita troppo tardi di Stoner, l'ipocrita pornografia finanziaria dei piccoli editori del Nord, Camilleri che diventa maestro di vita, il Petrolio 3.0 di Pasolini, mio padre-questo mia figlia-quello mia nonna-sempre-questo, le letture di Baricco, i livori e le invidie di chi vorrebbe essere come Baricco, Augias che scrive dovunque e conduce comunque, quello che fa i fumetti a Propaganda Live, la violenza degli amori violenti, la nazione indiana che è una lobby indiana, il fantasma infestante di Eco, Cristovão Tezza, la cultura in-giudizio da notizie dell'Internazionale, i barboni ubriaconi e tossici che sono di nuovo così romantici, Giulio Mozzi, il rooster di Mozzi, il murgismo, il selvaggialucarellismo, l'Italiano che è diventata una lingua meravigliosa, i titoli di VICE, il Greco che è una lingua meravigliosa, il politichese che è una lingua meravigliosa, il fantasy alternativo, Valerio Massimo Manfredi che banalizzando scrive tutte le storie possibili di storia, il professor Barbero che estremizzando e gesticolando eccitato divulga tutte le storie possibili di storia meno conosciuta, i maledettissimi antieroi del neo-neo-realismo, il comandate Alfa, il periferismo, i libri antistress da colorare, i libri antistress con le parolacce da colorare, lo pseudo-filo-camorrismo, il revisionismo critico piallato di minima&moralia, i vecchissimi Nuovi Argomenti, il vetero-waltersitismo, l'antislamismo interessato dei razzisti, il filoislamismo interessato degli intrallazzisti, il giornalismo grillino delle Iene, il barbaradursismo (Barbara D'Urso ovviamente è innocente, sincera e sana: non è un male e non potrebbe produrlo), il ministro dei beni culturali che scrive i romanzi, Milano nuova capitale culturale, Roma fa schifo, la nave già arenata di Teseo, il babbionismo, il differente normalismo.

Questa roba ce la troviamo ogni giorno addosso, ci viene lanciata contro. Noi ci confrontiamo con le circostanze, come farebbe ogni animale dotato di istinto di conservazione. E ad alcuni questa roba piace. Qualcuno invece se la fa piacere. Qualcuno ci ragiona pure sopra. Ma non siamo colpevoli. E non ce lo meritiamo. Basta, vi prego, con il velomeritatismo. Questa non è la nostra cultura. Perché noi non siamo. Sopportiamo. E basta. Abbiamo di che vergognarci, questo sì, ma siamo anche innocenti. Vittime innocenti di uno schifo inutile, tanto inutile che non vale manco la pena protestare.
 

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