Ritorno a Cohen che non muore mai


Ve ne siete accorti? Non ho scritto su questo mio impegnato blog per un po' di tempo, perché qualche infamone mi ha segnalato e minacciato di querela. Poi ho risolto tutto. Con una vile resa. Ed eccoci qua. Eccomi qua. Risorto. Tornato. Come il fantasma di Leonard Cohen. Come il sangue di chi vi è morto. Sempre parlando per via retorica, amici cari.

Si torna sempre a Cohen. Che parlava di morte e non moriva mai. Faceva da vent'anni dischi che avevano a che fare con la morte e noi ci commuovevamo. Povero, struggente Leonard, ha pubblicato un disco di commiato, pensavamo. E invece lui campava ancora e scriveva altre cose tremende sulla morte e sulla vita. Cose sempre più scontate e pietose e pietistiche e luterane. E intanto noi lo celebravamo. Poi nel 2016 è morto sul serio, giuro. E ce ne siamo quasi dimenticati. Come se fosse già morto prima. Però i suoi veri fan ora ne sentono la mancanza. Non del Leonard vivo. Del moribondo. Vorrebbero farlo morire di nuovo. Come fa minimum fax con i Romanzi (580 pagine. 18 euro), cioè ripubblicando insieme Il gioco preferito e Beautiful Losers. Roba nata autocelebrativa, che assume un terribile tono agiografico a distanza di anni. Memoir e ritratti di giovani artisti (giovani davvero o metaforicamente) e vecchi rancorosi che fingono saggezza. Con la morte evocata come una grazia o una sintesi. Pessima fabula. Riflessione sul proprio tempo che è un tempo finto e sfinente, parte di parte, fazioso. Realismo vecchio che risuona nella moda del nuovo realismo. Auto-necro-fiction. Una cretinata senza pari, tra sensualità messa, tolta e ripensata. Scrittura fotocopia del beat più vanitoso. Ironia stucchevole. Tragedia da ballata. Frasi piene di enfasi. Tipo sermone. Dolori, peccati, suicidi, traumi. Una noia profonda. Totalità non sufficiente che vuole dare significato a cose che sono soltanto mistero.

Dio ci liberi dal fantasma di Cohen e dai suoi innamorati adepti che vorrebbero riesumarlo per farlo schiattare ancora. Dio accolga il suo spirito tormentato e vagante nel Purgatorio. Pussa via, Cohen! Vattene per sempre. Prima che questa celebrazione da morto in vita veramente morto faccia male alla vita di tutti.

Ti abbiamo sopportato come cantautore. Non ti tollereremo come romanziere.

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