I peggiori libri (e i migliori) del 2020

Ovvero: Lagioia si trasforma in Pasolini


Finito il 2020. Anno del cazzo, che sarà davvero complicato per gli storici comprendere. Al di là di tutti i possibili commenti a vuoto sulla quantità di assurdità e brutture vissute quest'anno, torno a presentarvi la lista dei libri più brutti, quelli da evitare, da schifare e di cui vergognarsi, se li avete letti. Poi, magari, vi dico anche i libri più belli.

Il più brutto in assoluto che mi è capitato di leggere è La notte si avvicina di Loredana Lipperini (edito da Bompiani): un goffo tentativo di allacciarsi alla mini-moda gotica e di azzeccargli addosso una lettura neofemminista e dei riferimenti alla situazione attuale (quarantena, virus, panico generale), fra divagazioni e allungamenti senza ritegno e senza senso estetico. La potente giornalista culturale, ovviamente, ha ricevuto solo recensioni positive. Che magari è una strega per davvero, e una sua maledizione può impedirti di fare strada nel mondo editoriale per tutta la tua vita terrena e quella spirituale. Brutto come la morte anche La città dei vivi di Nicola Lagioia. Un Capote malamente mischiato a Carrère e a Saviano, che dovrebbe parlare di un caso efferato di cronaca, e invece parla dell'adolescenza dell'autore, manco fosse vissuto nel bronx o fosse figlio dei Casamonica, e di Roma, come città mostruosa, bella e orrenda, paurosa e tentacolare, che infatti è universalmente conosciuta come la città più pericolosa del mondo, pure peggio di Caracas. Pasolini senza eroismo e profondità ideologica. 

Brutto assai pure Reality di Gennaro Genna (pubblicato da Rizzoli), che è una cronaca quasi in diretta dei giorni della pandemia, ciò che tutti più paventavamo della pandemia: ovvero i libri sulla pandemia. Le città vuote, la paura, la precarietà, l'impossibilità di abbracciarsi, la noia, e tutte queste stronzate di cui nessuno ha voglia più di sentir parlare. 

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Mi è dispiaciuto parecchio anche un esordio di cui si è parlato tanto: La mischia di Valentina Maini (Bollati Boringhieri). Una roba senza capo né coda. Presuntuosissima, alla Bolano, con l'esoterismo applicato alla storia contemporanea e ai problemi (irrisolvibili e insoluti) sociolinguistici, fra effetti retorici sproporzionati, riferimenti a contesti sballati, tensione catastrofica e romantica a non finire e un sacco di nebbia negli occhi. Stessa cosa per un altro esordio per uno che esordiente non è, ovvero Giulio Mozzi e le sue Le ripetizioni. Romanzo lungo, fatto di spersonalizzazioni, con un protagonista odioso della cui storia non si capisce un cazzo, se non che è un fallito che inventa storie e ha conti in sospeso con la paternità. Una noia terribile e vergognosa. Un altro testo da evitare è La misura del tempo di Gianrico Carofiglio. E mica volete che vi spiego perché?

Un particolare della copertina de La mischia, della Maini

Un altra delusione viene da un autore straniero: Witold Gombrowicz, con il suo weirdismo fine a sé stesso. Ferdydurke, con la traduzione di Michele Mari, è una perdita di tempo e di genio. Poi... tra gli altri libri che non mi sono piaciuti devo citare Le brigate di Ariel Luppino (Edizioni Arcoiris), un distopico lynciano e burriughsiano, claustrofobico e infetto, destrutturato fino al delirante.

Eh...

E ora una breve lista di libri che mi sono piaciuti. Ho apprezzato Tempo variabile di Jenny Offill (NN editore). Zodiaco street food di Hemon Zed (Neo edizioni), La lista degli stronzi di John Niven, di cui vi ho già parlato qui, Bello pure l'esordio narrativo del cantautore Flavio Giurato Giuliano Ciao (pubblicato da Crac). Carino Uccidi quei mostri! di Jeff Jackson, un libro molto punk rock... Preferito in assoluto del 2020 è stato La nostra folle, furiosa città, di Guy Gunaratne, edito da Fazi, modernissimo e violento come piace a me. Non mi sputate in faccia: mi è piaciuto pure un saggio scemissimo di Raphael Enthoven, noto ai più per essere stato il compagno filosofo di Carla Bruni (che si era messa con lui mentre stava con il padre di lui, bellissima storia). Titolo: Le Temps gagné.

Fatti letterari importanti da ricordare: la Penguin Random House s'è comprata la Simon & Shuster, ovvero la casa editrice rivale da una vita a tipo due miliardi di dollari. Sono morti Luis Sepúlveda, Carlos Ruiz Zafón, Clive Clusser e il figlio di Tolkien.   



 

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